Gille Deleuze e il cinema
Desunto da L’immagine- movimento(Biblioteca Einaudi, 2016) di Gille Deleuze (a cui seguirà L’immagine-tempo) ve li farei leggere (li leggo e li faccio leggere) contro l’idea strisciante di video per il consumo quotidiano da cellulare. Gille Deleuze nei due saggi analizza i suoi film preferiti, senza dimenticare che è un filosofo francese nato nel 1925 e morto nel 1995, e da tale si comporta. Definisce il cinema come l’immagine in movimento, cioè tante immagini presentate in un tempo ridotto a grande velocità che danno un’impressione di movimento e coerenza spazio-temporale: questo è il cinema e la sua capacità di montaggio.
Questa illusione di coerenza spazio-temporale (come la definiva Carmelo Bene) muore quando, seguendo influencer o youtubers lungo la loro vita, pare che il video rispecchi la realtà: nascono l’illusione della diretta, e la notizia-video fake news. La stirpe umana in molti film finisce la sua esistenza a causa di una pandemia virus di qualche malattia, secondo me la cosa più verosimile potrebbe invece essere la diffusione di una notizia falsa tramite video. Per questo tornare ai classici che facevano ‘cinema’ con lo studio come immagine in movimento dopo essersi letti il saggio citato di Deleuze: Kurosawa, Pasolini, Antonioni alcuni che mi vengono in mente, ma non per forza del passato o noiosi, ci metterei anche Tarantino. Ecco il link al video di questo articolo: https://youtu.be/8L-wJ4Tu5og